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Violenze

Quando ti affacci alla vita non sei preparato ad un sacco di cose.  Quando entri in un ospedale ti rendi conto che sei preparato ancora per meno cose.  Di sicuro non sei pronto a vedere che il tuo tracciato è strano e che il dottore minimizza, men che meno essere svegliata dopo un'ora di un sonno poco sereno e preoccupato dalle urla di una degente a qualche camera di distanza della tua, che sente dolore per le contrazioni e urla, sta male, dice che vuole scendere giù in sala parto e i medici le dicono di fare silenzio, di non urlare, di "fare la brava", che "ci sono i malati le urla a che servono". Ormai con il cuore sei con lei, senti le sue contrazioni attraverso le sue urla e vorresti essere lì ad abbracciarla o ad accarezzarla, a rasserenarla, insomma a farle sentire che un po' di umanità c'è, che qualcuno che tiene a lei ci sta, che non è solo una vagina che deve sgravare..  Sei al buio e pensi: è normale che un travaglio venga fatto in un reparto? ...

Limbo

Entri in un ospedale e ti senti in una bolla. Mai completamente serena eh vista la situazione sempre sul filo del rasoio, ma da un lato, con il mondo in zona rossa, almeno un pochino ti senti preservata da questa pandemia che imperversa. E invece no. Dopo giorni più o meno idilliaci, più perchè in compagnia di una ragazza con cui si crea un bel legame e ti diverti ti disperi e condividi esperienze, meno per la paura sottesa che esiste nel quotidiano di un ospedale, la tua compagna va via d'improvviso. E mentre provi a prendere sonno alle 2 di notte ti capita nella stanza una nuova ragazza, giovane, impaurita e prossima al parto. Ma proprio prossima, infatti glielo indurranno 3 giorni dopo il suo arrivo. Lei ha la faccia spaurita, rivedi te la prima sera in quest'ospedale e quindi provi a rassicurarla, le dici che per quello che puoi le starai accanto e che è in buone mani. Percepisci il suo essere tanto ansiosa e ti auguri solo di essere pronta a supportarla nel momento del bis...

In tempo di crisi

 Scrivere in "tempo di crisi", all'apice della curva depressiva o stordente è una terapia. Nei giorni appena trascorsi non ho avuto molti climax emotivi. Ho raggiunto un equilibrio, assecondo la routine ospedaliera, ho conosciuto meglio infermieri, medici e ho capito quelli che mi stanno più simpatici, quelli meno e quando sentirmi più tranquilla o essere un pelino preoccupata per i prelievi. (Alcuni infermieri ormai conoscono il mio problema delle vene e vanno sul sicuro senza farmi male, altri invece ancora mi martorizzano). Ma gli equilibri ospedalieri son fatti per essere interrotti e destabilizzarti di tanto in tanto quindi.... Venerdì scorso la mia compagna di stanza decide tout court di andare via e farsi operare fuori. Tanto dispiacere ma le auguro fortuna per la sua avventura. Durante la notte, arriva una ragazza. Giovane, 25 anni, prossima al parto in teoria. Arriva ed è smarrita, rivedo la me stessa di 2 settimane prima e trascorriamo la prima notte a parlare. ...

La reclusione

 La mia gravidanza: un'escalation di...... lo dico dopo. Scoprirlo è stato emozionante. Abbiamo cominciato a provarci a luglio a Procida, e invece è accaduto ad Agosto ad Ischia, 30 agosto. Me ne sono accorta subito. il 16 settembre senza dir nulla a nessuno ho fatto il test e infatti.... ero incinta.  Tremante per l'emozione volevo aspettare il ritorno di Pasquale (che però quel giorno era pieno di impegni e quindi non riuscivamo ad acciuffare un momento comune) ma avevo un appuntamento da una cara amica.  Telefono alla mia amica che aveva dei regali per noi (per la nostra festa di matrimonio mai avuta, lassamo sta) mi vedo con lei e glielo comunico. Non riuscivo a non tremare, mi sembrava la cosa più grande con cui avessi mai fatto i conti e avevo bisogno di un punto fermo. Prendo i regali, li porto a casa e li impacchetto assieme al test. Pasquale apre i vari pacchetti e in ultimo lo scopre. Gioia, emozione anche se sempre con i piedi per terra.  La mia ginecologa...

Il gusto delle cose

Il gusto delle cose. Il titolo di una canzone che mi piace molto. Il gusto di percepire il tepore del sole.  Quello dell'aria di mare. Il gusto delle mattine fresche, frizzantine che quando esci ti danno la carica. Il gusto musicale. Il sapore di un bacio dell'amato. In questo meta-tempo, tutto mi è precluso. Anche la vista degli alberi e delle campagne di cui godo da casa mia.  Quanto siamo superficiali talvolta! Fino a 10 gg fa i miei problemi erano dover stare sempre nel letto di casa, dover stare lontano dalla mia città e dover vedere quelle campagne. Oggi vorrei tanto essere nel mio letto o sul mio divano a guardare qualsiasi paesaggio propinato. Oggi avrei voluto il bacio del mio amato, con la mascherina ovvio ma occhi negli occhi.  Oggi volevo vederlo dopo una settimana ed essere aiutata dalle sue braccia forti e coccolata con le sue premure. Le stesse che mi riserva a casa, quando mette le coperte sui termosifoni per farmi mettere sul divano con le coperte calde, ...

Qualcosa arriverà.

 Ho scoperto che la terapia del "blog" mi è tanto utile.  Fino a qualche giorno fa avrei detto che mi sarei sfogata con il canto e con la mia musica. Difficile cantare con una compagna di stanza, difficile cantare quando hai paura che il diaframma possa spingere su questa sacca che si sta svuotando, difficile cantare e ascoltare musica quando hai gli ormoni e la psiche in subbuglio. Cosa vuol dire essere governata dagli ormoni e approcciare alla musica in ospedale? Ascoltare canzoni che hai sempre ascoltato e che improvvisamente diventano traditrici, non ti aiutano più ma alimentano la tua disperazione e non fanno nulla. Ma come? Non fate nulla? Io sto male!! Note mie, dove siete? Accordi, quelli che mi colpivano le viscere talmente tanto da farmi partire sorrisi o balli improvvisi, che fine avete fatto? Nulla. E' Il silenzio ad aiutarmi. I primi giorni soprattutto.  Poi piano piano ... lo senti. Senti tuo figlio che si muove e si muove con una cadenza e ritmo che ti rico...

Dentro me.

 La notte e che vuoi dormire! Dopo una giornata in lacrime il mal di testa era imperante e i pensieri tanti e oscuri. Prima di andare a dormire faccio la mia consueta flebo. Ma la cannula era fuori quindi mi si gonfia il braccio e una macchia di medicinale si espande sulle lenzuola. Arrivano due infermieri. Uno mi toglie l'accesso venoso ormai compromesso. Si guardano perchè notano le mie braccia piene di lividure:  ho delle vene delicate che non si trovano facilmente e quindi le mie braccia sono a pois. L'altro impietosito mi dice: le prossime due flebo te le metto con la farfallina. Un nuovo accesso venoso te lo faccio mettere domani dall'anestesista che è brava.  Io penso bene, 3 buchi. riposa Ale che domani sentirai le "farfalline" hem cioè le stelline.  La persona che è venuta ad assistermi è dolcissima e mi aiuta nei compiti serali come lavarmi e le solite pale. Ore 6.30 flebo. ore 7.10 prelievo. Poggio la testa sul cuscino e provo a riposare un pochino pens...