Cosa accade?

 Da piccola sognavo di diventare una scrittrice. Ero una lettrice accanita, e mi perdevo in ogni singola pagina degli innumerevoli libri stipati nella libreria di casa. 

Scrivevo lettere, poesie, racconti che poi riponevo in un cassetto o consegnavo agli amici perchè erano pensieri per loro. Tuttavia sapevo di dover lavorare per poter realmente scrivere un libro.

Ogni tanto andavo a trovare una zia che aveva un piccolo spazio giù casa sua. Attraverso un muretto c'era un'apertura dalla quale riuscivo a vedere un piccolo giardino. Io lo immaginavo come il mio percorso nella scrittura. Uno studio di quella fessura che prima o poi mi avrebbe portato a raggiungere un giardino spettacolare.

Anni più tardi (pochi) mostrai alcune lettere al fidanzato dell'epoca che mi liquidò con un "non mi piace come scrivi". Erano gli anni delle insicurezze e delle paure e io ero talmente presa dal mio affetto che gli donai la fiducia totale in ogni singola parola detta. E lì decisi di distruggere il mio sogno. 

Certo, la vita mi ha portato a sognare ancora e pian piano a ridimensionare i giudizi di chi mi stava accanto, comprendendo quanto fossero personali.

Oggi, sono passati tanti anni da quelli della bambina con la penna. La donna che sono ora non vuole diventare una scrittrice, ma sente solo il desiderio di ... condividere.

Mi trovo in ospedale e le tante ore libere mi hanno fatto venire voglia di porre nero su bianco i miei pensieri. 

Mi sono sempre chiesta cosa facessero le persone ricoverate in un nosocomio, come vivessero ogni attimo, e soprattutto cosa dire ad una persona che affronta un periodo così?

Ci sono dentro, eppure non credo di avere delle risposte.

Per ora, voglio solo buttare fuori in un modo diverso dalle lacrime ciò che vivo. 

Sono incinta e non ho avuto una gravidanza semplicissima, io sempre attiva e piena di voglia di spaccare il mondo ho dovuto "posarmi" sul divano, attraversando la casa solo per andare nel letto e viceversa.

Ma questo, non è stato un dramma.

Ogni volta che facevo una visita usciva una piccola problematica, e per questa ho dovuto modificare l'alimentazione mangiando pochissimo e spesso per poter nutrire il mio bambino (Io, da sempre godereccia e amante della buona cucina).

Neanche questo è stato un dramma.


Per quasi 7 mesi sono stata attentissima ad ogni raccomandazione medica e ho quasi sempre rifiutato di parlare di tutine, valigie parto, mobili, confetti ecc.

Grazie a mio marito e alle nostre famiglie ho avuto un cordone di solidarietà e aiuto e quindi mi sono sempre sentita tanto fortunata. 


Arrivata al 7 mese ho cominciato  a sognare. Pensavo alla nascita, agli abitini, all'allattamento, alla mia vita con questa nuova creatura e addirittura ad avere ansie e paure per il parto cesareo (che mi terrorizza).

Il tutto è durato.... 3 giorni. 

il 14 febbraio sono entrata nel 7 mese, e la notte tra il 17 e il 18 mi sveglio completamente bagnata. 

Ho fatto una doccia pensando ad una perdita di liquidi semplice. Eppure non si arrestava quindi ad un certo punto ho scritto alla mia ginecologa per un consulto e lei mi ha detto di andare subito in ospedale perchè potevo aver rotto le acque. 

Mio marito nel frattempo si era svegliato e avevo condiviso con lui la mia preoccupazione tra le lacrime perchè non sapevo che fare.

Per fortuna lui non ha perso tempo e ci siamo attivati per uscire. Quando ho realizzato che stavo per andare in ospedale ho cominciato a tremare convulsamente. Mentre mi lavavo e mi vestivo tremavo e non per il freddo. Il mio corpo buttava fuori probabilmente così la paura. 

In macchina (assurdo!) avevo il terrore del tampone naso faringeo  (un mio limite) e quasi non pensavo a ciò che mi stava succedendo. Speravo avrebbero risolto. 

Al pronto soccorso mi dicono che può esserci una rottura ma non sembra seria anche se mi consigliano il ricovero. L'unica cosa è che mi dicono che non hanno posto e quindi probabilmente mi avrebbero smistato in un altra città. Un'altra soluzione era fare una terapia a casa e in caso tornare la sera per vedere se fossero usciti posti.

Torno a casa e... alle 19.30 ero di nuovo in ospedale. Credevo mi ricoverassero per risolvere il problema, qualche giorno e poi via a casa. E invece....






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